"Il viaggio più difficile di un essere umano è quello che lo conduce dentro se stesso alla scoperta di chi veramente egli è" 

(Carl Gustav Jung)

Associazione

UniversalMente InteGrati

Mi chiamo Sara Crudi. Presidente e Fondatrice dell’Associazione UniversalMente InteGrati (privato sociale con costi agevolati e iscritta al ROPS - Registro delle Organizzazioni di Psicologia Sostenibile dell'Ordine degli Psicologi del Lazio). Psicologa, iscritta all’Ordine degli Psicologi del Lazio n. 20955. Psicoterapeuta Neofunzionale (Psicocorporea). Esperta in Ipnosi Regressiva, Metodo Feuerstein, Benessere Psicologico. Utilizzo Fiori di Bach e Reiki. 

In Associazione svolgo attività di libera professione con bambini, adolescenti e adulti. Collaboro con colleghe (per abbracciare la psicologia/psicoterapia a 360°) e spesso, per un lavoro più personalizzato in linea con le specifiche

esigenze delle persone, le terapie sono integrate con il lavoro di altre professioniste (TNPEE - Terapista della Neuro e Psicomotricità dell'Età Evolutiva, Logopedista, Dietista); tecniche olistiche (Reiki, Fiori di Bach) e di supporto (Tutoraggio DSA, BES, ADHD, Valutazioni Psicodiagnostiche, Neuro e Psicomotorie, Logopediche, Ortottiche). 

 

La denominazione, in linea con i servizi proposti, ha un duplice significato:

  • Integrazione sanitario, olistico, supporto.
  • Visione della persona nella sua totalità, a molteplici livelli: Psiche, Corpo, Spirito. Da questo duplice significato è nata l’idea!

Richiesto il tesseramento per accedere ai servizi.

Da questo duplice significato è nata l’idea dell’associazione:

Un luogo dove le persone hanno la possibilità di intraprendere percorsi sanitari, olistici, individuali, di gruppo, ma è anche un luogo dove le persone si incontrano e hanno la possibilità di vivere esperienze a 360°, in totale integrazione tra prestazioni sanitarie, tecniche olistiche e di supporto alle terapie.

Sara crudi

Domande frequenti

Il Funzionalismo moderno nasce da studi, ricerche e teorizzazioni che mantengono l’idea di una identità funzionale mente-corpo, sviluppandola in una cornice teorica e metodologica complessa e operativamente concreta che inquadra in modo scientificamente nuovo i risultati di tutte queste ricerche.

La Psicologia Funzionale si è sviluppata da una strada differente rispetto a quella del primo Funzionalismo della Scuola di Chicago poiché affonda le sue radici nella pratica clinica, nella diagnostica, nelle ricerche di tipo psicofisiologico, nell’analisi dei processi terapeutici, nello studio del bambino in età evolutiva.

1) Le “Funzioni” si trovano sui 4 piani funzionali (Cognitivo, Emotivo, Posturale, Fisiologico) e sono le componenti dell’intero Sé dell’individuo che possono essere studiate nel loro andamento nel tempo. Queste sono connesse ad una polarità e possono talvolta mostrare delle alterazioni. Il Sé, dal punto di vista Funzionale, è l’Organizzazione di tutte le Funzioni dell’organismo visto nella sua interezza e globalità. In ogni Funzione è l’intera persona che si esprime e le Funzioni possono essere studiate in modo molto dettagliato esaminando le alterazioni generate nel corso degli anni in ciascun individuo. Ciò permette di intervenire in modo preciso e concreto per ricreare l’equilibrio armonico del Sé, riparare le alterazioni in atto su tutti i livelli Funzionali, e restituire, salute e benessere alla persona.


2) Le Esperienze Basilari del Sé (EBS), sono Esperienze che, se supportate positivamente dall’ambiente, diventano Capacità di fondo della persona. Le EBS sono quelle esperienze fondamentali per lo sviluppo del Sé del bambino. Ogni EBS è definita da una particolare configurazione di Funzioni posizionate in una precisa gamma. Quando una EBS non è vissuta per un tempo sufficiente al suo completo sviluppo o in modo adeguato, insorgono delle alterazioni nelle Funzioni che la costituiscono.

La Psicologia Funzionale è nata con l’obiettivo di chiarire la relazione mente-corpo, integrando i diversi approcci clinici, e per poter offrire, sulla base sperimentale, uno strumento operativo per intervenire nell’ambito clinico.

L’ipnosi regressiva alle vite precedenti è diversa dall’ipnosi regressiva classica e si differenzia in quanto a presupposti, metodologia e finalità. L’ipnosi regressiva alle vite precedenti contempla una concezione naturalistica dello stato della trance dove l’ipnologo non è una persona autoritaria che usa metodi impositivi ma riconosce e rispetta le caratteristiche della persona e la sua naturale esperienza di pensiero. La persona che sceglie di andare in trance non assume quindi un ruolo passivo e sottomesso, ma diviene protagonista del processo ipnotico di cui prende parte.

Non sono la stessa cosa. Dipende dalla visione della persona: per chi crede nella reincarnazione sarà la sua vita precedente, per chi non ci crede saranno le metafore della coscienza. L’importante, però, sarà il risultato che raggiungerà la persona alla fine del suo percorso, ossia una nuova consapevolezza utile nel qui e ora della persona per migliorare la propria qualità della vita.

Ipnosi Regressiva perché si torna indietro e ci sono realmente ricordi della vita attuale: un pasto recente, un ricordo piacevole dell’infanzia, ricordi nell’utero materno e ricordi della nascita; ma poi passata la “porta del tempo e dello spazio” la persona si visualizzerà in un’altra epoca, in un altro tempo, in un altro corpo e potrebbe sentire il respiro, la postura differenti, cambiati. Ciò, può essere poi inteso come ricordi di una vita precedente per chi crede nella reincarnazione, oppure, per chi non ci crede, metafore della coscienza: cosa vuole dirci con quella visualizzazione. Ad esempio, perché la persona si vede bambina e la mamma la sta proteggendo. Potrebbe essere paura per qualcosa, mancanza di protezione nell’infanzia. Perciò, si va a capire che significato ha nel qui e ora questa visualizzazione per la persona. Oppure, se si crede nella reincarnazione, la persona, deve andare a sciogliere un blocco karmico, in quell’epoca, in quel tempo, quando era bambina e la madre la stava proteggendo e quindi, imparare una lezione. Con l’ipnosi regressiva ognuno fa’ il suo percorso e la persona viene accompagnata, in un “luogo dell’inconscio” dove potrà avere la sua rinascita in una nuova consapevolezza.

Esatto! Infatti, potrebbe essere che si metta in discussione prima. Prende appuntamento, fa’ il primo colloquio, prende un altro appuntamento e poi me lo disdice il giorno prima affermando che non se la sente più di iniziare, di “mettersi in discussione”. Oppure, prende un appuntamento e poi il giorno prima me lo disdice. Oppure interrompe il percorso, per qualsiasi motivo: ha già riscontrato miglioramenti, non se la sente più di continuare il suo “viaggio dentro se stesso”, non se la sente di “mettersi in discussione” una volta presa la consapevolezza. Oppure, perché la vita ha presentato altre possibilità e la persona ha scelto l’altra strada, interrompendo questa. Quindi, non è necessariamente perché non voglia mettersi in gioco. Ognuno ha i suoi tempi e può scegliere!

Sì, certo! Talvolta le persone affrontano montagne, poi arriva quel momento che arriva la “goccia che fa traboccare il vaso” e diventano incapaci affrontare una situazione conosciuta, portandoli a pensare che “sono arrivati a 9 e ora non riescono ad arrivare a 10″.

No, nell’ipnosi, diversamente dal sonno, c’è la consapevolezza di tutto: la persona, ad esempio, sente una mano sulla spalla per rassicurazione. L’ipnosi e il sonno sono stati di coscienza differenti, infatti l’ EEG di una persona in trance ipnotica corrisponde a quello di una persona sveglia in stato di rilassamento.

No, uno stato di trance molto profonda con perdita di coscienza, come dice Brian Weiss, non offre necessariamente una migliore qualità di ipnosi; anzi un “io osservatore” evita destrutturazioni: l’ “io osservatore”, che è consapevole di tutto ciò che accade, consente di reintegrare la persona in qualsiasi momento.

No, l’ipnosi funziona solo se c’e’ il consenso e la collaborazione della persona, o meglio, l’assenso dell’inconscio della persona. Un soggetto può infatti essere coscientemente refrattario alla trance, ma se il suo inconscio è disponibile si avrà l’ipnosi e viceversa. Il controllo dell’intera esperienza è sempre nella volontà della persona che sceglie di farsi ipnotizzare.

No, le cose strane si vedono solo nell’ipnosi da palcoscenico che viene usata per dare spettacolo e divertire il pubblico.

No, è impossibile. Il soggetto, dal momento che è lui e non l’ipnologo a gestire la trance, ha la facoltà di svegliarsi quando lo vuole. Se non lo fa è perché trova piacevole e benefico restare in trance e quindi non desidera uscirne, sarà allora l’ipnologo a favorirne il risveglio.

No, non esiste dipendenza dallo stato ipnotico.

No, la trance non funziona come la macchina della verità. Durante l’ipnosi una persona è capace di mentire e di tacere se lo ritiene necessario.

No, il contrario, i migliori soggetti per l’ipnosi sono le persone intelligenti perché hanno capacità di immaginazione e di concentrazione.

No, in ipnosi una persona si comporta come in stato di veglia mantenendo inalterati i suoi principi etici e morali, la personalità rimane la stessa.

Spesso le persone scelgono l’ipnosi per conoscersi meglio. La mente possiede naturalmente dei sistemi di difesa che, nonostante un ipotetica intenzione di eliminarli (cosa del tutto estranea all’ipnologo professionista), svolgono il proprio compito. Se si ha un rilascio emotivo è solo perché la mente si sente al sicuro per cui esperienze represse hanno la possibilità di liberarsi. Esperienze di smascheramento si manifestano solo quando ci sono le forze per gestirle e dei vantaggi da conseguire: si hanno dunque spontaneamente e non sotto forzatura.

No, anche chi è scettico può sperimentare l’ipnosi e in questo caso l’esperienza sarà ancora più sorprendente perché priva di aspettative. Tuttavia chi non offre alcuna forma di collaborazione ha scarse probabilità di entrare in trance e in questo caso l’ipnologo farà in modo di aggirare le sue resistenze.

No, non sempre. Esiste un piccola percentuale di persone refrattarie all’ipnosi. In questa percentuale ci sono due categorie di persone: quelle che sono refrattarie all’ipnosi solo momentaneamente per motivi di tensione e di stress e quindi non riescono a rilassarsi adeguatamente e quelle che sono invece stabilmente refrattarie all’ipnosi per ragioni caratteriali perché hanno delle strutture psicologiche di grande controllo. La refrattarietà alla trance ipnotica va stabilita in tempi brevi per evitare perdite di tempo e sprechi di denaro alla persona.

Supporto psicologico online

Le nostre professioniste offrono uno spazio online per tutti coloro che non possono venire in sede, sempre nel rispetto della privacy di ognuno.

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Il servizio è dedicato agli adulti

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